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La Famiglia Aulenta ad Acquaviva delle Fonti.
di Giacomo Arcidiaco
www.giaarcix.it

FILIPPO AULENTA JUNIORE

(Acquaviva delle Fonti, 10 febbraio 1812 - ivi, 28 febbraio 1904)


Come suo padre Francesco, suo nonno Leonardo ed il fratello di quest'ultimo, Filippo, martire del 1799, anche Filippo Aulenta "juniore" è citato insieme al figlio Mario in alcuni documenti storici ottocenteschi ed in alcuni racconti di vicende acquavivesi.
Su di lui ritroviamo queste righe ne "I Martiri ed i Perseguitati Politici di terra di Bari nel 1799":

"Eguali al padre nella devozione dei principi liberali e nell'odio quasi atavico della tirannia dei Borboni, furono i figli di Francesco Aulenta, Leonardo (1806-1871), Luigi (1814-1892) e Filippo (1812-1904). Quest'ultimo studiando in Napoli il notariato, nel 1835 rimpatriò e si affiliò nel 1846 alla Giovane Italia. Ebbe in seguito segreti rapporti con la famosa principessa di Belgioioso, organizzatrice dei Volontari Napoletani per la Guerra Santa contro l'Austria del 1848; ebbe in quell'anno stesso, dopo i luttuosi avvenimenti del 15 maggio, una parte non piccola né timida nelle famose Diete, radunate nella provincia di Bari per il ripristino della Costituzione Spergiurata, ciò che gli fruttò la destituzione dall'impiego di guardia forestale da cui era stato assunto; ed infine, venuto il 1860 e poco appresso minacciato il recente edificio dell'Unità Nazionale dalla reazione dal brigantaggio, egli Filippo Aulenta Juniore, non mancò insieme al suo figlio a nome Mario, a nessuna delle funzioni guerresche, variamente combattute contro i reazionari ed i briganti a Santeramo, a Gioia del Colle alla Masseria del Panso ed in altri siti".


Questa era la situazione politica in Acquaviva nel periodo che intercorre tra il 1821 e il 1848 da "Pagine sparse e brevi profili di uomini illustri acquavivesi":

"Carcerazioni, inique processure, condanne al confino, o all'esilio, non piegarono il fiero animo dei patrioti acquavivesi. Quali e quanti fossero nel nostro Comune i più ragguardevoli sostenitori di parte liberale, non è facile dire. E' cosa certa che erano molti.
[...] Che la situazione politica di Acquaviva, sia durante la rivoluzione del 1821, sia negli anni successivi, non fosse favorevole ai Borboni, è cosa certa. Lettere riservatissime rinvenute nell'Archivio provinciale tra le corrispondenze degli "Amministratori comunali" lumeggiano in modo chiarissimo la situazione della nostra Città.
[...] Tutti adunque contrari al governo tirannico e dispotico, i maggiorenti acquavivesi, fra i quali era impossibile trovare un sindaco che non fosse contagiato da idee liberali! Ed è con vero senso di orgoglio che noi diciamo che quelle lettere e quei documenti tornano ad onore della città di Acquaviva.
[...] Accanto ai gloriosi veterani, si raccoglieva un vasto stuolo di giovani, poco più che ventenni, e di adulti tra i trenta e i quarant'anni. Fra costoro notiamo anche il rivoluzionario Filippo Aulenta".


Sposatosi con Raffaela Sardani l'8 settembre 1839 a Monopoli, Filippo Aulenta morì all'età di 92 anni ad Acquaviva delle Fonti, padre di cinque figli e tre figlie..
Maria Raffaela Sardani era di qualche anno più vecchia di Filippo. Era nata a Monopoli da Mario Sardani e da Maria Teresa Brunetti, verso il 1809. Suo padre era un negoziante e la sua famiglia doveva essere piuttosto ricca. Mario Sardani e Maria Teresa Brunetti avevano avuto almeno altre due figlie oltre a Raffaela: Giulia, nata l'11 luglio 1809, ed Irene, nata il 1° luglio 1812.
Prima di sposare il nostro Filippo Aulenta, Raffaela aveva sposato nel 1831, a Monopoli, un Caporale della gendarmeria reale di nome Francesco Rapino, originario di Francavilla (CH). Questo Francesco era però già gravemente ammalato al momento del matrimonio, e la cerimonia fu affrettata per il suo imminente pericolo di morte. Nell'atto di matrimonio si legge infatti:

"Stante l'imminente pericolo di vita dell'infrascritto sposo, ci siamo col nostro Cancelliere trasferiti nella casa di sua abitazione, sita nella strada detta Forno dell'Amalfitana, ed ivi abbiamo trovato giacente in letto, Don Francesco Rapino, maggiore di anni quarantatre di professione Capo Uffiziale della Gendarmeria a cavallo, nato nel Comune di Francavilla in Abruzzo..."


Contrariamente a quanto forse ci si aspettava, però, Francesco guarì, e riuscì a dare alla moglie una figlia, Maria Irene, nel 1834. Dopo soli cinque anni di matrimonio però, all'inizio del 1836, Francesco morì, e Raffaela tornò a vivere in casa dei genitori. Tre anni dopo, infine, si risposò con il nostro Filippo Aulenta.


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