LA STORIA DELLA BANDA DI ACQUAVIVA

Già all'inizio del XVII secolo, come si rileva da un manoscritto dove sono annotati introiti ed esiti del Capitolo della Chiesa di Acquaviva per l'anno 1686, nelle spese per pompe funerarie era compreso il compenso che si dava ai musici.
In altre solennità religiose, come l'Ottavario del Corpus Domini, la novena della nove lampade che precedeva il Natale, l'Ottavario per i festeggiamenti in onore della protettrice Beata Vergine de Costantinopoli e in altre innumerevoli circostanze, troviamo sempre le spese per i suonatori di tamburi, trombette e biucolo (piffero).
In occasione della Festa di Marzo del 1783 "alli sottoscritti Francesco di Carlo e figli tamburrieri e al piffero per aver suonato tutta l'ottava si danno ducati 3 e cav. 3".
L'anno succesivo, per aver suonato alla Festa di Settembre ricevono il compenso 3 acquavivesi: Santo Carelli e Tommaso Carnevale, tamburrieri, e Leonardo Gallo, piffero (registri per l'amministrazione della cappella di S. Maria di Costantinopoli, anno 1783/84). Ma per parlare di costituzione della Banda bisogna arrivare al 1797. Quando i francesi, ai quali si devono riconoscere il merito della valorizzazione delle bande musicali, lasciarono l'Italia, sorsero un po' dovunque iniziative per formare piccoli complessi che allietassero festività e accompagnassero processioni e cortei funebri.
In seguito la banda divenne insostituibile nella vita cittadina: non vi era manifestazione civile o religiosa senza la presenza di un corpo musicale. La banda fu definita la lirica dei poveri, poiché a questi, per le ristrettezze economiche, non era consentito l'accesso ai teatri lirici. Pertanto, si accontentavano di ascoltare "La Traviata", "Il Trovatore", "Il Barbiere Di Siviglia" e altre opere liriche e sinfoniche, facendo cerchia intorno alla loro banda.
Le bande meridionali, dirette da valenti maestri, spesso si misero in luce anche sui palcoscenici del nord. La Banda di Acquaviva delle Fonti si aggiudicò, a Torino nel 1898, il primo premio in grande concerto per bande.
Intanto bande civiche si costituirono in quasi tutte le grandi città. Ma con l'avvento dei Savoia vennero riconosciute solo le bande militari e quelle delle grandi città. Le altre furono lasciate a carico delle Amministrazioni Municipali, tra l'altro vessate da disposizioni ministeriali per l'ordine pubblico e con l'obbligo, per ogni banda, di essere munite di un regolamento.
Il 20 gennaio 1863, il Consiglio Comunale di Acquaviva approvò il Regolamento organico della Banda musicale Il 6 febbraio 1874 il regolamento tornò in Consiglio per essere rivisto e corretto.
Nel 1878 il Capo banda Francesco Paolo Franco e Marino Caporusso, dopo aver nominato come Maestro della banda Giuseppe Valeriano, tentarono di imporre un loro regolamento che, però, fu respinto dalle autorità municipali.
Bisogna arrivare al 1903 per vedere approvato dal Consiglio Comunale il Regolamento per la Banda e per la Scuola di Musica.
Approvato il regolamento che disciplinava il Civico Concerto Bandistico di Acquaviva delle Fonti, Acquaviva potè finalmente porsi all'avanguardia rispetto ai paesi limitrofi, tanto da avere, già dal 1906 due bande: la banda grande, quella ufficiale, e la banda piccola, composta da elementi anziani e da allievi.
La gloriosa tradizione continuò in tutto il secolo. Grandi maestri si susseguirono alla direzione del Civico Concerto Bandistico e grandi passioni suscitò tra la gente di Acquaviva. Fino a sfociare, negli anni '60, in episodi di antagonismo autolesionista in seguito all'arrivo del maestro Giuseppe Chielli, nominato e sostenuto dall'amministrazione comunale, ed alla costituzione di un secondo complesso intitolato al musicista concitttadino «Don Cesare Franco» sostenuto da alcuni politici e cittadini fedeli al maestro Giovanni Astarita Misasi, già direttore del Civico concerto bandistico e della scuola di musica, che aveva dovuto cedere il posto al maestro Chielli.
Questo dualismo finì però alla lunga per essere controproducente: si generò un clima di insofferenza; l'entusiasmo cominciò ad affievolirsi; i conti cominciarono a non tornare da ambedue le parti. Gli amministratori comunali cominciarono a dare segni di stanchezza. Il Comitato organizzatore della banda diretta dal maestro Misasi cominciò a navigare in cattive acque con i conti in rosso. I politici, che prima si erano serviti della banda per i propri interessi elettorali, si tirarono indietro. Misasi tenne duro fino alla capitolazione della banda municipale diretta da Chielli. L'anno successivo anche Misasi, oberato da contenziosi di carattere amministrativo e sociale, diede l'addio alla «Gloriosa Banda di Acquaviva delle Fonti». Rimasero, incontentabili e irriducibili, le fazioni avverse dei misasisti e chiellisti.
Dopo una serie di anni bui, la Banda di Acquaviva delle Fonti riprende, grazie all'opera del maestro Liguori che ne risolleva le sorti, a portare in alto il nome della nostra cittadina.
Una ravvivata attenzione da parte di cittadini ed associazioni porta ad inaugurare, nel settembre 1998, il "Festival delle Bande Musicali", una manifestazione articolata in conferenze, concerti e mostre che registra, oltre ogni aspettativa, una larga partecipazione anche di pubblico giovanile, che si dimostra un buon auspicio per le tradizioni musicali del paese.
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